Se ti piace sentirti un investigatore improvvisato con la pazienza di un monaco tibetano, Red Escape è la tua nuova ossessione. Qui, la sfida è una caccia al tesoro (senza la metà dei benefici di trovare soldi veri), dove devi esplorare stanze che sembrano uscite da un film horror a basso budget, alla ricerca di oggetti utili. Ma non aspettarti di mettere tutto nel carrello con un click: ogni interazione si fa col classico tasto sinistro del mouse, perché sì, niente fronzoli, solo pure e semplice clickedriven detective-work.
Il vero cuore pulsante del gioco è il puzzle solving. Non stiamo parlando di semplici trova la chiave e apri la porta — qui devi spremere le meningi come un limone in un cocktail bar. Ogni oggetto raccolto può essere l’ingrediente giusto per risolvere gli enigmi disseminati nelle stanze e farti fare quel passo avanti verso la libertà. E fidati, scovare quegli oggetti nascosti è quasi come cercare il telecomando del divano in mezzo a una tempesta di vestiti sparsi per il salotto. Semplice all’apparenza, frustrante come non mai.
E poi c’è la logica. La componente ragionamento è tanto fondamentale quanto la tua pazienza, perché, ammettiamolo, c’è qualcosa di tremendamente soddisfacente nel risolvere un enigma che ti faceva arrancare da dieci minuti. Ti ritroverai a guardare ogni centimetro della stanza (con il rischio di diventare paranormale o almeno un po’ paranoico, ehm) mentre cerchi di connettere gli indizi come un detective hollywoodiano con più caffeina che sonno.
Insomma, se sei uno che ama i giochi con un tocco vintage ma con meccaniche che ti fanno pensare Okay, qui sto davvero usando il cervello, Red Escape ti aspetta. Il rischio? Che finalmente trovi quella via d’uscita e ti ritrovi a chiederti “Ma com’era divertente starci dentro, in fondo?”. Ah, la dolce ironia delle evasioni virtuali…