Allora, immagina di essere un povero malcapitato rinchiuso in un laboratorio tipo Breaking Bad ma senza i chimici cool, solo trappole e videocamere che ti fissano come se stessi per fare un disastro. Questo è il setup di Lab Escape, un puzzle-platformer che ti mette alla prova con livelli talmente intricati che ti fanno sentire un po’ come se stessi cercando di risolvere il cubo di Rubik bendato.
Qui il tuo compito è semplice da spiegare, ma praticamente una sfida olimpica: scappare. Ma non è solo correre e saltare come un coniglio impazzito (anche se un po’ di agilità ci vuole). Devi guardarti bene intorno, perché il gioco è un mix ben riuscito di stealth e riflessi da gatto ninja. Telecamere di sicurezza che sembrano dotate di intelligenza artificiale (o forse sono solo troppo sveglie), trappole che ti fanno pensare “Ma chi le ha progettate? Un sadico con troppo tempo libero?”, e puzzle che richiedono di usare un po’ di cervello oltre che dita veloci.
Il punto forte? Il sistema di controllo è così fluido che ti dimentichi quasi di star giocando. Ti muovi con le frecce, salti, ti abbassi o interagisci con oggetti senza dover tirare fuori il manuale delle istruzioni. Perfetto per chi, come me, ha il tempo di un caffè prima di perdere la pazienza. E poi c’è quel gusto di dover sincronizzare i movimenti, perché ogni livello è un balletto tra velocità e cervello: pensi a uno di quei coach di zumba che ti dicono “muoviti, ma con stile”.
Ho provato a capire il crafting di strategie, ma è più un mix tra il Pensa prima di agire e il Vai col turbo e spera in bene. Ogni livello ti costringe a provare e riprovare, imparando a conoscere il ritmo dei nemici e il tempismo delle trappole. Insomma, se ti capita di sbattere contro la stessa telecamera cinque volte di fila, non preoccuparti, è la sindrome classica di Lab Escape. GG, amico.
In conclusione, se sei un fan dei platform con un pizzico di cervello e ti piace quella sensazione di Ce l’ho fatta! quando sblocchi la porta giusta, Lab Escape è il tuo nuovo passatempo. Preparati a correre, saltare, nasconderti e ridere di te stesso mentre cerchi di fuggire da questo laboratorio pazzoide. E seriamente, chi l’ha testato? Perché io sto ancora cercando di capire come evitare quella maledetta trappola di lame rotanti...