Allora, se pensavi che il terrore in Poppy Playtime Chapter 3 si fosse preso una pausa, beh, prepara i nervi perché questa volta la fabbrica di giocattoli abbandonata ti risucchia ancora più a fondo nel suo incubo. La saga continua con quel mix perfetto di puzzle intricati, atmosfere da brivido e un’ambientazione che fa venire voglia di controllare ogni singolo armadietto... e poi scappare urlando.
Il cuore pulsante di questo capitolo è il tuo fidato GrabPack, un aggeggio fichissimo che ti permette di afferrare oggetti a distanza. Immaginalo come il braccio extra che tutti vorremmo avere quando il telecomando sparisce nel divano: apri porte, attivi leve e sposti cianfrusaglie come un vero mago del fai-da-te horror. E credimi, senza questo gadget, risolvere i rompicapi sarebbe come cercare di sbucciare una banana con i guanti da forno – praticamente impossibile.
Nel frattempo, il gioco ti mette alla prova con un mix di stealth e gestione delle risorse. Sì, perché mentre scivoli furtivo tra corridoi bui cercando di non farti beccare da quelle creature che sembrano uscite da un incubo psichedelico, devi anche tenere d’occhio quello che tieni in mano. Ti ricordi la prima boss fight? Ancora adesso la mia tastiera è sopravvissuta solo grazie a un miracolo divino (e a qualche schivata degna di un ninja alle prime armi).
La storia si snoda piano piano, cucita tra documenti sparsi e dettagli ambientali che ti fanno sbirciare dentro la follia dietro Playtime Co. Un po’ come cercare di capire chi ha mangiato l’ultima fetta di torta in frigo: ogni indizio conta, e si scoprono segreti che ti fanno chiedere se davvero avevi voglia di infilarti in questo ginepraio di misteri.
I controlli? Fluidi e reattivi come piace a noi, con mouse, tastiera o gamepad, così non perdi tempo a litigare con il gioco quando invece dovresti correre (o strisciare) a nasconderti. Insomma, Poppy Playtime Chapter 3 non è solo un survival horror, è un tour de force di ingegno e adrenalina che ti fa afferrare il controller come se fosse un cavo di sopravvivenza. Pronto a scoprire cosa si nasconde davvero dietro a quella fabbrica? GG, e buona fortuna (ne servirà!).