Allora, preparati a infilarti nelle scarpe di Poppy, una ragazza che ha decisamente sbagliato strada... o forse no? In Poppy Escape ti ritrovi intrappolato in un labirinto spaventosamente ingegnoso, pieno di trappole che farebbero impallidire anche il miglior illusionista. Qui, il tuo cervello diventa il vero protagonista grazie a un sistema di puzzle che ti farà spremere le meningi come un limone su una zuppa di enigmi. Già, niente bottoni da pestare a caso: ogni scelta conta, ogni passo può essere l’ultimo (e no, non è un’esagerazione da clickbait).
La meccanica di gioco è un mix perfetto tra riflessi pronti e quelle Aha! moments che ti fanno sentire un genio in incognito. Devi schivare trappole mortali e nemici che sembrano usciti da un incubo, ma senza diventare un meme per aver perso la pazienza (o almeno provarci). Ah, e mentre ti aggiri per il labirinto, puoi raccogliere oggetti con proprietà uniche: pensa a ogni collezione come a una versione digitale del sacchetto della spesa della nonna, dove a volte trovi il coltellino svizzero, altre solo biscotti (ma qui sono decisivi per sopravvivere). Il sistema di inventario è semplice ma strategico, perché usare l’oggetto giusto al momento giusto può significare la differenza tra Game Over e GG Easy.
E non è finita qui: se ti senti sociabile e vuoi passare dal solitario incallito al leader della squadra, il gioco offre un mode multiplayer cooperativo, dove con gli amici potete combinarvela per superare livelli tosti e scoprire segreti che da soli manco con la lente d’ingrandimento. La coordinazione è la chiave, quindi se sei il classico amico che “trolla” o fa il simpaticone, preparati a sentire qualche risatina (o uno “ma davvero?” epico).
Per finire, la grafica e l’audio sono così curati che ti immergerai in un’atmosfera oscura, quasi gotica, perfetta per farti venire i brividi mentre risolvi enigmi e scappi via dal pericolo. Seriamente, Poppy Escape è quel gioco che ti prende per mano e ti dice: “Vuoi mettere alla prova il cervello e i riflessi? Vediamo se ce la fai”. E se anche tu, come me, ti sei trovato a fare un pasticcio degno di MasterChef tentando di capire il crafting, beh, sai che non sei solo.