Allora, sei pronto a diventare il detective più temerario mai visto tra i corridoi di quella scuola infestata? In Horror School: Detective Story, vestirai i panni di un investigatore che non ha paura di tuffarsi a capofitto in un’accozzaglia di misteri più attorcigliati di un gomitolo di lana dopo la maratona di un gatto iperattivo. Il gioco non ti regala niente: ogni scena è una bomba di suspense che ti tiene stretto come quando cerchi di capire chi ha davvero mangiato la tua merendina (spoiler: spesso sei stato tu).
Il centro pulsante di questa avventura è ovviamente il sistema investigativo, un mix di collezione indizi, dialoghi serrati e scelte narrative dove ogni decisione può essere quella che ti farà andare avanti oppure... beh, ti farà rimpiangere di non aver portato con te la torcia e una scorta di coraggio extra. La libertà di scegliere la difficoltà dello scenario rende tutto più succoso: se vuoi un brivido leggero, puoi optare per una partita più soft, ma se ti piace sentirti come se stessi ballando sul filo di una lama (urlando), la modalità hardcore è perfetta per te.
Parlando di gameplay, il gioco non ti lascia solo a raccogliere oggetti come in un banale clicca e trascina; qui ogni elemento del menu di inventario può essere combinato con l’ambiente o con altri indizi in modi che ti faranno sentire più Sherlock Holmes che semplice studente. E poi c’è quel tocco di ansia da “non so cosa mi sta guardando dall’ombra dietro la porta” che ogni tanto ti gela il sangue mentre cerchi di decifrare finalmente la mappa della scuola. D’altronde, chi ha detto che investigare deve essere roba da secchioni noiosissimi?
Ah, quasi dimenticavo: il tempo corre, e il giusto tempismo nell’usare gli indizi o parlare con i personaggi fa tutta la differenza tra GG, ho risolto tutto e Oh no, dovrò ricominciare (e fidati, ho passato serate intere a sbattere la testa su certi enigmi). Insomma, se ti piacciono i misteri che mettono alla prova sia il cervello che i nervi, Horror School: Detective Story è il gioco in cui puoi finalmente dire Houston, abbiamo un problema... e forse anche la soluzione. Seriously, chi l’ha testato? Forse un voyeur dei brividi, o un maniaco del puzzle in ogni caso, preparati a non dormire la notte (e non dirmi che non ti avevo avvertito!).