Ah, Amnesia True Subway Horror, il gioco che ti fa rimpiangere di aver preso la metropolitana anche solo per andare al supermercato. Qui non si scherza: vieni catapultato in un labirinto sotterraneo che manco il miglior Escape Room, ma con un’atmosfera pesante come un lunedì mattina senza caffè. Il protagonista? Uno sfortunato senza nome che si ritrova intrappolato in un subway abbandonato, dove il buio è così fitto che nemmeno il tuo vecchio aereo di carta riuscirebbe a fendere l’aria.
Il fulcro del gioco è uno di quei classici mix da survival horror, roba che ti fa sudare mentre cerchi di non farti beccare da entità che sembrano uscite da un incubo di Netflix. Ti muovi in prima persona, e ti assicuro che il senso di vulnerabilità è palpabile: ogni passo potrebbe essere l’ultimo, ogni scricchiolio ti fa sobbalzare come se avessi bevuto tre espresso di fila. Il sistema di controllo è semplice – finalmente un gioco che non ti fa impazzire con mille tasti – e questo ti permette di concentrarti su esplorazione, gestione dell’inventario e soprattutto il puzzle solving. Ho provato a capire il crafting e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma hey, almeno mi sono divertito a rovistare tra gli oggetti come se cercassi le chiavi di casa la mattina prima di lavoro.
Il vero protagonista, oltre a te che tremi sul divano, è il buio stesso: una meccanica geniale che ti costringe a fidarti solo di fonti di luce limitate e ad ascoltare ogni fruscio come se fosse un messaggio in codice Morse. Serissimo, il gameplay ti obbliga a tenere gli occhi aperti e le orecchie ben sintonizzate, perché la paura non arriva mai da dove te l’aspetti. E ti ricordi quella sensazione quando devi scappare e il cuore ti fa il tamburo? Ecco, qui è una costante, dietro ogni angolo.
Insomma, se sei un fan del genere e vuoi metterti alla prova con un mix ben riuscito di sopravvivenza, enigma e suspense che ti resta attaccata addosso tipo chewing gum alle scarpe, Amnesia True Subway Horror è il tuo nuovo incubo preferito. Ma attento, ogni volta che pensi “Okay, adesso la tiro in porto”, arriva quel momento GG che ti ricorda che nel buio non sei mai davvero solo.