Se pensavi che i pixel fossero roba da vecchi arcade, beh, Pixel Shooting è qui per farti ricredere. Questo gioco d’azione è un vero concentrato di adrenalina 8-bit, dove ogni livello è come un party selvaggio in maschera... solo che i costumi qui sono mitragliatrici e tu sei l’ospite d’onore che deve sparare a tutto ciò che si muove (e anche a ciò che non si muove, perché perché no?).
Il sistema di combattimento è frenetico e diretto: scegli il tuo eroe pixelato preferito, impugna l’arsenale più vario che si possa immaginare e preparati a un susseguirsi di ondate di nemici che sembrano usciti da un rave di glitch. Schivare colpi e rispondere al fuoco diventa presto un’abitudine, tipo quando cerchi di non far cadere il caffè mentre corri per prendere l’autobus: tensione pura, ma con più pixel e meno gente che ti fissa.
Non è solo un “spara e basta”, eh! La vera chicca sta nel migliorare le abilità e potenziare le armi: tipo un RPG per chi ha voglia di fare upgrade giocando, senza dover leggere tonnellate di manuali. Vuoi trasformare il tuo fucile in una bestia OP? Basta un po’ di grind tra un livello e l’altro, e voilà, il tuo arsenale diventa una macchina da guerra che farebbe impallidire anche il protagonista di qualche sparatutto AAA. Ho provato a capire il crafting e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma hey, alla fine è divertente anche così!
E poi, se sei del tipo “solitario ma non troppo”, Pixel Shooting non ti lascia solo sul campo di battaglia: il multigiocatore cooperativo è lì a farti compagnia, perché niente batte il brivido di coordinarsi con amici e mettere a segno combo da urlo. Schermaglie da 4-6 giocatori? GG facile, ma solo se riesci a non far saltare la tua squadra con una bomba lanciata troppo presto (seriously, chi l’ha testato?).
Insomma, se vuoi un gioco che mescola la nostalgia per i pixel con un gameplay frizzante e una spruzzata di tattica, Pixel Shooting potrebbe diventare la tua nuova dipendenza. Preparati a vivere sparatorie epiche, miglioramenti da urlo e momenti in cui ti ritroverai a pensare “ma come ho fatto a non morire subito?”.