Hai mai sognato di trasformarti in un guardiano d'élite, quel tipo che fa rispettare le regole senza battere ciglio? Bene, in Je suis de la sécurité (I Am Security) puoi finalmente calarti nei panni di una sentinella dell’ordine pubblico, armato solo del mouse e di una pazienza che farebbe invidia a un monaco zen. Qui, il gioco non è solo “clicca per aprire la porta”, ma diventa un vero e proprio esercizio di paranoia controllata.
Il cuore del gioco è tutto nel controllo degli accessi e nell’ispezione degli ospiti. Ti ritroverai a dover decidere chi entra e chi no, con un dito pronto a bloccare chi tenta di infilarci dentro oggetti proibiti come se fosse un gioielliere di Las Vegas. Ti avverto: avere l’occhio del falco non basta, perché il sistema ti lancia sempre qualche ospite “speciale” con trucchetti da prestigiatore che metterebbero in crisi anche il più feroce degli agenti segreti. Giuro, una volta ho trovato un coltello nascosto dentro al… beh, meglio non dirlo. Serio, chi ha testato questa roba?
La sfida aumenta perché ogni scenario è una specie di campo minato sociale. Devi identificare i sospetti senza trasformarti in un paranoico che vede complotti ovunque, ma anche non lasciarti fregare da chi ha la faccia da “passeggero modello”. La meccanica di investigazione ti obbliga a un bilanciamento tra attenzione ai dettagli e rapidità d’azione, quasi come cercare il telecomando sotto al divano mentre la tua serie TV preferita è già partita senza di te. A volte, passa un minuto tra un tocco di mouse e l’altro, eppure sembrano venti. La tensione è palpabile, e pure il tuo livellamento di adrenalina.
E poi c’è quel sistema tanto amato (o odiato) di interazione click/tap che, sì, è semplice, ma ti farà sentire un vero veterano della sicurezza digitale dopo qualche ora di gioco. Pronto per dire “No entry” con la stessa sicurezza di un buttafuori in discoteca? Peccato che la realtà o meglio, il gioco sia un po’ più complicata e che un passo falso e... GG, partita da rifare.