Ah, Subway Surfers Houston: il gioco che ti fa sentire un artista di graffiti in fuga... ma senza il rischio di beccarti una multa salata (o peggio, un inseguimento con la polizia vera). Qui impersoni un giovane writer che, dopo essere stato beccato a taggare un treno della metropolitana, deve scappare a tutta birra da un ispettore super rigido e il suo fedele cane. Sì, la storia è più semplice di una puntata di un cartone animato, ma il vero divertimento è la corsa senza fine tra binari e ostacoli vari.
Il cuore pulsante del gioco è proprio questo: correre quanto più puoi, raccogliendo monete come se fossero caramelle sparse ovunque. Ma aspetta, non è solo un vai dritto e schiva, no no. Qui il tuo talento si mette alla prova con un sistema di controllo swipe che ti permette di saltare, rotolare e scattare lateralmente con una fluidità da far invidia a un ninja in tuta da ginnastica. Giuro, la prima volta ho provato a capire il crafting dei movimenti e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma poi ho preso la mano e tutto è diventato magia.
Non mancano poi le chicche strategiche: raccogliere power-up come il magnete (che attira le monete tipo calamita per il frigorifero di casa tua) o il jetpack (che ti fa volare un po' sopra il caos, così ti senti quasi un Iron Man dei binari) cambia totalmente le carte in tavola. E poi ci sono le missioni giornaliere che, diciamolo, sono l’arma segreta per tenerti incollato allo schermo – perché chi vuole perdersi quella soddisfazione di spuntare l’obbiettivo del giorno e sentirsi un po’ un campione?
Se ti ricordi la prima boss fight di un gioco dove ti tocca schivare all’ultimo millisecondo, qui la sfida è simile: evitare treni e ostacoli diventa un’arte, e quando ti ritrovi a fare un salto perfetto o a scivolare sotto un ostacolo, senti quel piccolo brivido da GG, l’ho fatto!. Insomma, Subway Surfers Houston è quel mix perfetto tra adrenalina, esplosione di colori e quella voglia di migliorarsi che ti fa tornare in partita ancora e ancora. E se non ci credi, prova tu stesso… ma occhio al cane dell’ispettore!