Ah, Mario World, quel gioiellino del 1990 che ha praticamente insegnato a tutti come si fa un platform senza troppi fronzoli ma con un sacco di charme. Tipo la nonna che ti prepara la pasta al pomodoro: semplice, efficace, e lascia sempre il segno. Qui ci mettiamo nei panni di Mario, il baffuto idraulico più famoso del mondo, che si lancia in un’avventura epica per salvare la Principessa Toadstool, rapita dal solito Bowser, quel vecchio drago scontroso che non sa mai dire di no a un piano malvagio.
La vera star del gameplay? Il sistema di movimento di Mario, così fluido che ti viene quasi voglia di ballare mentre schivi nemici e salti tra piattaforme. E non è solo questione di premere salta — qua bisogna padroneggiare il tempismo come un ninja alle prese con un karaoke improvvisato. Aggiungici il mitico power-up come il Super Mushroom che ti fa diventare gigante o la Cape Feather, che trasforma Mario in un pilota improvvisato. Seriamente, volare in giro per Dinosaur Land ti fa sentire un po’ come Superman, se Superman avesse un paio di scarpe da ginnastica un po’ vecchie.
Il cuore del gioco, però, è tutto nella combinazione di platforming tecnico e puzzle ambientali. Non basta saltare a casaccio, eh no! Devi studiare il livello come se fosse un complicato sudoku con nemici che ti vogliono bene un po’ troppo. Raccogliere le monete è tipo la caccia al tesoro quotidiana, ma con più GG e meno sudore. E poi ci sono quei blocchi con il punto interrogativo: non sai mai cosa ti salta fuori, è un po’ come aprire un pacchetto di patatine senza sapere se toccherà quella al formaggio o alla paprika.
Ah, e non dimentichiamoci dei livelli che nascondono scorciatoie segrete e uscite alternative, perché, diciamocelo, chi non ama un buon mistero da risolvere? Questa struttura a rami multipli aumenta la voglia di rigiocare il livello tipo serie TV che ti tiene incollato alla poltrona fino a tardi (e ti dimentichi pure di cenare).
Insomma, Mario World non è solo un gioco, è la prova che con un po’ di fantasia, un controllo impeccabile e un mondo variopinto, si può creare un capolavoro senza bisogno di effetti speciali da Hollywood. Se non hai mai schivato un Goomba all’ultimo millisecondo o usato Yoshi come mezzo di trasporto personale, davvero, ti stai perdendo qualcosa. E ora scusa, ma devo andare a cercare quel maledetto blocco con la stella invincibilità: la sfida continua!