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The Last Shelter

3.67/5(voti: 6)📅2019 May 07
The Last Shelter

Ah, The Last Shelter, il gioco che ti fa sentire un po’ come quel vicino stressato che cerca di tenere in piedi il condominio mentre fuori sembra l’apocalisse di un film di serie B. Qui, gestire il proprio rifugio non è solo una questione di mettere quattro mura e sperare che reggano, ma un vero e proprio esercizio di sopravvivenza strategica. Devi fare i conti con risorse che spariscono più in fretta delle patatine in una serata di FIFA e sopratutto con orde di zombie e umani poco simpatici che non vedono l’ora di darti fastidio. “Ma come li gestisco sti sopravvissuti?” ti chiedi tra te e te. Beh, il gioco ti mette nelle scarpe del capo, e tu devi reclutare, equipaggiare e mandare in missione quei poveretti come se fossi uno stratega con troppe bolle da schiacciare sullo schermo.

Il cuore pulsante di The Last Shelter è tutta nella gestione delle risorse, che diventa un misto tra un puzzle complicatissimo e un dietro-front improvviso sulla mappa. Cibo, acqua, materiali da costruzione: devi bilanciare tutto con la precisione di uno chef che prepara la carbonara, ma con l’aggiunta di zombies affamati e qualche banda rivale che ti fa le feste. Ah, e non pensare che costruire sia solo un “click, click” noioso: ogni upgrade al tuo rifugio è un passo verso qualcosa di più grande, e spesso anche verso qualche decisione da far girare la testa (tipo se spendere tutto per potenziare le mura o per le armi).

E parlando di armi, aspetta che arriva la chicca: il sistema di combattimento. Non è il solito “attacca e spera bene”. No, qui devi equipaggiare bene i tuoi sopravvissuti perché tra zombie e bande rivali c’è un continuo gioco di strategia, tipo scacchi ma con più sangue e meno regole. La prima volta che ho mandato una squadra fuori per una missione? Diciamo che la tastiera ha rischiato di volare dalla finestra, perché schivare e decidere il momento giusto per attaccare è un mini-infarto continuo. Ma quando finalmente ce la fai, la soddisfazione è più grande di quella di aver trovato il telecomando sotto il divano dopo tre giorni.

Infine, la parte che anche i meno smanettoni apprezzeranno: l’interfaccia. Semplice, pulita, quasi troppo gentile per un gioco che ti fa sudare sette camicie. Navigare tra i menu per costruire, gestire e mandare in missione è così intuitivo che potresti quasi pensare “ma è troppo facile, dove sta la fregatura?”. Quindi, se ti piacciono i giochi che mettono alla prova il tuo cervello mentre cerchi di non farti sbranare, The Last Shelter è la piccola apocalisse che fa per te. GG, sopravvissuto.