Ah, I tesori di Montezuma… se pensavi che il match-three fosse roba da bimbi, preparati a ricrederti. Qui non si tratta solo di allineare gemme come se fossi in una caccia al tesoro da supermercato, ma di tuffarti in un’avventura azteca che farebbe invidia anche a Indiana Jones in vacanza. Dai, chi non ha mai sognato di scovare manufatti antichi e magari, chissà, qualche potere magico nascosto dietro quei simboli colorati? (Io ho provato a capire il crafting e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma questa è un’altra storia).
Il cuore del gioco, ovviamente, è il classico sistema match-three, ma non aspettarti che sia così semplice come spostare tre pietre e via. Lì dove devi abbinare tre o più simboli identici, il gioco ti spara sotto il naso ostacoli come i totem bloccanti o livelli con limiti di mosse o tempo che ti fanno sudare più di un boss finale. E ti dico: cercare di completare una sfida con pochi movimenti a disposizione è un po’ come cercare di parcheggiare in centro a Roma – solo che qui, a differenza del parcheggio, se sbagli perdi la partita. GG, eh?
Ma la vera chicca sono i power-up e bonus che puoi guadagnare creando combo più grandi di una pizza XXL. Questi ti permettono di spazzare via intere righe o colonne – roba da far impallidire qualsiasi incantesimo da RPG – e ti danno quel senso di soddisfazione che ti fa dire “ok, qui sto giocando a livello pro”. E poi ci sono quei poteri mistici che si sbloccano strada facendo, tipo manipolare la griglia e ribaltare le sorti quando il gioco ti mette le spine sul percorso. Seriamente, chi l’ha testato? Ti senti un po’ stregone, un po’ stratega, tutto in un colpo solo.
Il controllo è semplice, basta un click del mouse e il swap tra tessere è più fluido di una discussione su chi ha vinto l’ultimo torneo eSport. Questo rende il tutto accessibile anche a chi non ha mani da gamer professionista, ma vuole comunque buttarsi nell’esplorazione di giungle e templi pieni di misteri. E vogliamo parlare dei colori? Lo stile grafico è così vivace che a volte sembra di avere uno spettacolo di fuochi d’artificio sotto gli occhi, mentre la colonna sonora ti fa sentire immerso nella giungla senza dover nemmeno alzare il volume dal divano.
Insomma, se vuoi un puzzle game che non ti faccia soltanto sbattere la testa contro il muro, ma ti trasporti in un’epica caccia al tesoro azteca con un pizzico di magia e tante mosse strategiche, I tesori di Montezuma è lì che ti aspetta. Fidati, è più avvincente di quel livello in cui hai passato ore a cercare di capire come non perdere un singolo turno. E poi all’improvviso… beh, lascia stare, giocacelo e basta.