Ah, Xiangqi, o come lo chiamano i veri intenditori, il “Chinese Chess” che non è proprio il solito scacchiere in bianco e nero ma un universo strategico a sé stante. Non aspettarti draghi o magie, qui si combatte con classica astuzia da generale cinese e un po’ di sana paranoia tattica: il tuo obiettivo? Mettere sotto scacco il Generale nemico senza farti prendere le misure da chi ha capito prima come funziona il gioco.
Il cuore pulsante di Xiangqi è tutto nel sistema di movimento dei pezzi: ogni pedina è un personaggio unico con il suo modo di avanzare sul tabellone, che, spoiler, non è la solita griglia 8x8 ma un campo di battaglia diviso da un fiume invisibile – sì, un fiume vero e proprio che decide chi può passare e chi deve restare a guardare dalla riva. Tra Generali, Elefanti, Cannoni e Soldati, ti ritroverai a pianificare mosse come se stessi studiando il prossimo colpo di scena in una serie TV di spionaggio. Fidati, l’idea di far saltare in aria un pezzo nemico con un Cannone è più soddisfacente di un GG ben meritato dopo un match infernale.
E che dire del controllo pezzi? Online è tutto un click o tap, semplice e immediato come scegliere la tua skin favorita prima della partita. Se poi sei un novellino, la modalità tutorial ti tiene per mano, spiegandoti come muovere ogni singolo pezzo senza farti fare figure da principiante (anche se, ammettiamolo, la prima partita è sempre un campo minato di errori epici). Io ho provato a capire il crafting delle strategie e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef – ma ehi, fa parte del gioco!
La vera sfida? Pensare tre, quattro mosse avanti come un campione di scacchi, mantenendo la calma mentre il tempo scorre e il tuo avversario ti fissa come se fossi l’ultimo biscotto rimasto nella scatola. Non è solo una questione di vittoria, ma di mostrare quel mix di pazienza, astuzia e un pizzico di follia che trasforma ogni partita in una battaglia epica e mentale. E poi all’improvviso... beh, lascia stare, è il bello di Xiangqi.