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Tunnel infinito

3.67/5(voti: 6)📅2020 Aug 08
Tunnel infinito

Allora, immagina di trovarti in un tunnel infinito — tipo quei corridoi dell’ufficio che sembrano non finire mai, ma invece di scappare dalla noia, devi schivare ostacoli come un ninja iperattivo. Ecco, questo è Tunnel Infinito, un gioco di riflessi in 3D che ti fa sudare le dita più di una maratona di speedrun su YouTube.

La meccanica di base è semplice ma spietata: controlli una cubettosa navicella (ok, una specie di cubo volante) che sfreccia a tutta birra dentro un tunnel che non ha proprio voglia di farti andare liscia la vita. Ogni volta che superi un certo livello, il gioco dice “Ehi, pensi di essere pronto? Bene, ora le cose si fanno più toste!” e ti piazza davanti ostacoli sempre più cattivi e velocità che aumentano come se avessi appena premuto il turbo del motorino.

Il vero cuore del gioco è il sistema di schivata: devi muoverti con precisione da far invidia a un ballerino di tip tap, perché anche un millimetro fuori posto significa game over. Ti ricordi quella sensazione quando cerchi di non far cadere la tazzina di caffè mentre cammini? Ecco, qui è un po’ come se quel caffè fosse un ostacolo che ti vuole sfondare il cubo. Ho provato a capire la curva di difficoltà e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef — non proprio un capolavoro, credimi.

Ma non è solo questione di velocità: il progressivo aumento della velocità e la complessità degli ostacoli ti fanno sentire come se stessi guidando un’auto della Formula 1 in un tunnel fatto di tubi di spaghetti pronti a incastrarti. E tu, povero cubo, devi destreggiarti come un equilibrista su un monociclo impazzito. GG se ci riesci al primo colpo, perché io ho passato più tempo a schivare che a respirare.

E poi all’improvviso... beh, lascia stare, ti basta sapere che il gioco non ti regala nulla. Ma se ami i challenge che ti fanno venire voglia di lanciare il controller (ma poi lo ami troppo per farlo), Tunnel Infinito è quel tipo di sfida arcade che fa brillare gli occhi e fa saltare il cuore a mille, un po’ come la prima volta che hai premuto “start” e hai capito che non sarebbe stato facile, ma troppo, troppo divertente.