Se pensavi di aver visto tutto nel genere platform, StickManHook arriva a dimostrarti il contrario, e ti fa pure un occhiolino beffardo. Qui il protagonista non è mica uno qualunque, è il re del gancio e dell’inerzia, pronto a dondolare come se fosse in un parco giochi infernale. Il meccanismo centrale è tutto qui: aggrapparsi ai punti di ancoraggio sparsi per i livelli e usare lo slancio per sfrecciare verso l’uscita. Sembra facile, vero? Aspetta di provare a calibrare l’inerzia giusta, finché non ti ritrovi a ballare una tarantella con la fisica e a chiederti se il tuo joystick sta per volare dalla finestra.
Ogni livello è una sfida nuova, fatta di tanti anchor point ben piazzati che ti obbligano a pensare due volte prima di tirare il gancio. È come fare parkour ma con la corda: lanci, slanci e torsioni che ti fanno sentire metà eroe, metà acrobata di circo. E se sbagli, beh... collezioni “piacevoli” capriole aeree, che ti faranno ridere o imprecare, dipende dal tuo spirito geek. Oh, e durante la caccia al traguardo, il gioco ti premia con l’oro, quell’adorabile luccichio che ti fa sentire tipo Willy il Coyote che finalmente pesca il suo buon omaggio.
Ora, cosa fai con tutto questo oro? Niente di meno che sbloccare nuovi eroi. Perché, diciamocelo, ogni tanto vuoi cambiare look mentre ti lanci a tutta velocità contro la gravità (e a volte contro il destino cinico del gioco). Ecco, io ho provato a risparmiare un po', ma così facendo ho finito per arrugginirmi nell’esperienza - non la spinosa metafora, ma proprio l’esperienza di gioco che serve per migliorare. Quindi, pro tip: spendi l’oro e aggiorna il tuo arsenale di eroi, altrimenti rischi di diventare il maestro degli anelli... ma senza la presa giusta.
In definitiva, StickManHook è quel tipo di gioco che ti cattura con la sua semplicità, ma poi ti fa sudare sette camicie per completare un singolo livello. Vuoi un’esperienza da saltellare e dondolare, con una buona dose di sfida fisica e quella soddisfazione da “GG” finale? Allora preparati a tirare il gancio, letteralmente. E ricorda: tra un lancio e l’altro, potrebbe scapparti pure una risata. O un urlo di disperazione. Dipende dalla mano… e dal karma, ovviamente.