Ah, Pixel War... se pensavi che i pixel fossero roba da vecchi arcade, preparati a ricrederti. Qui non si tratta solo di sparare a casaccio in un mare di quadratini colorati, no no. Ti cali nei panni di un soldato pixelato – sì, proprio tu, il guerriero 8-bit con il trigger felice – e ti butti a capofitto in una mischia che sarebbe stata la fine dei dinosauri se solo avessero avuto un joystick.
Il cuore pulsante di Pixel War è un sistema di combattimento che ti fa sentire davvero sul campo, anche se il tuo avatar sembra uscito da un tutorial di pittura digitale. Armi? Certo che ci sono, e non parliamo solo di fucili base: puoi potenziare il tuo arsenale fino a far impallidire anche il tuo amico che credeva di essere OP con la sua mitragliatrice. E vogliamo parlare del sistema di upgrade delle abilità? È come scegliere tra diventare il ninja della pixel art o il tank che fa rimbalzare i proiettili come palline da ping pong. Ho provato a capire il crafting delle abilità e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma hey, ci si fa l’abitudine.
E poi arriva la parte che mi ha fatto alzare un sopracciglio: le modalità di gioco. Che tu sia del tipo che ama la solitaria gloria o preferisca l’epica collaborazione di squadra, Pixel War ti tiene incollato allo schermo come se fossi uno di quei gatti ossessionati dal laser. Sia che combatta da solo o che coordini la tattica con amici (o sconosciuti che sembrano più fermi di un NPC), la tensione è sempre alta. Ti ricordi la prima boss fight in quell’arena? Diciamo solo che la mia tastiera ha rischiato di finire fuori dalla finestra quando ho capito che schivare al millisecondo giusto non è un optional.
Non è piuttosto una ciliegina sulla torta che puoi giocare su PC, tablet o smartphone? Seriamente, chi l’ha testato? Ti puoi trovare a sconfiggere avversari pixelati mentre aspetti il caffè o durante la pausa dal lavoro, e questo è un lusso che non si nega a nessuno. Insomma, Pixel War è quel mix di nostalgia e adrenalina che ti fa venire voglia di gridare “GG” anche quando perdi, perché diciamolo… pixel o no, la battaglia è vera.