Allora, preparati a mettere lo zaino in spalla (virtuale, tranquillo) con Wanderlust, quel giochino da browser che ti fa sentire un po’ Indiana Jones 2.0, ma senza dover scaricare niente o temere la crisi di mezz’età digitale. Qui la parola d’ordine è “esplorazione”: ti ritrovi in un mondo che sembra fatto a mano da un artigiano un po’ folle, con foreste lussureggianti, deserti infuocati e personaggi NPC che sembrano usciti da un romanzo fantasy ma senza quel classico “clicca qui per la missione”.
La cosa bella (e a volte frustrante, ma in senso buono) è il sistema di quest: non si tratta solo di andare avanti e cliccare tutto, ma di risolvere enigmi, fare trading di risorse (tipo collezionare roba come chi cerca il caffè perfetto al mattino) e pianificare un po’, perché il gioco ti lascia carta bianca su come migliorare il tuo personaggio. Vuoi essere un tipo stealth? O ti va di spaccare tutto con la forza bruta? Nessun problema, l’albero delle abilità
Ah, ma non è solo “cammina e clicca”: il combattimento c’è, ma è più una chicca che la star dello show. Diciamo che in Wanderlust l’obiettivo è meno “picchia tutto” e più “scopri, interagisci, svela misteri”. E ti assicuro, già solo capire come muoverti in questo mondo con le freccette o WASD e il mouse è una passeggiata, anche se la prima volta che ho provato il crafting ho combinato un pasticcio degno di MasterChef che manco in cucina.
In pratica, Wanderlust è quel gioco che ti prende per mano (con un po’ di sarcasmo) e ti dice: “Vai, esplora, impazzisci un po’ con le risorse e torna qui quando hai voglia di una storia con personaggi che non ti fanno solo salire di livello ma ti fanno anche sorridere”. Insomma, un’avventura leggera ma con il cuore, perfetta se ti piace perderti in mondi che ti fanno dire “Ma come cavolo ci sono arrivato qui?”.