6.193

Tic Tac Toe Blackboard

3.5/5(voti: 32)📅2019 Oct 18
Tic Tac Toe Blackboard

Ah, il buon vecchio Tic Tac Toe Blackboard: la versione digitale del classico tris che probabilmente hai giocato a scuola mentre cercavi di non farti beccare dal prof (sì, quel momento di pura adrenalina tra un “passa il foglio” e l’altro). Qui, tutto si svolge su una semplice lavagna nera, con il minimo indispensabile di fronzoli – e sai che a volte, meno è di più, no?

Il gameplay è una roba così semplice che ti fa rimpiangere le volte che hai fatto quel pasticcio con il crafting in qualche RPG just perché volevi qualcosa di più complesso. Qui, invece, basta cliccare o toccare (dipende da dove stai giocando, se al PC o sul telefono – perfetto per quelle pause caffè o quando sei in fila dal panettiere) per mettere il tuo simbolo, X o O, dentro la griglia 3x3. Sembra banale, ma ehi, la vera sfida è il sistema di turni dove devi prevedere le mosse dell’avversario come se fossi in una partita a scacchi, solo che invece dei cavalli ci sono X e O – tutto molto zen, ma con un tocco di GG o WTF quando rischi di perdere all’ultimo secondo.

La magia sta proprio in quella semplicità che nasconde una sorpresa: per vincere devi essere più furbo del tuo nemico di penna. Mettere tre simboli in fila, colonna o diagonale sembra facile, ma il vero divertimento è il blocco strategico delle mosse avversarie. Ti ricordi quelle volte che eri sicuro di averla in pugno e poi... bam! L’avversario piazza la sua O proprio dove non te l’aspettavi? Beh, questo gioco è un po’ come cercare il telecomando sotto il divano: semplice in teoria, ma con qualche imprevisto che ti fa imprecare (in silenzio, perché sei online).

Insomma, se cerchi un gioco che non ti complichi la vita ma ti faccia sentire un po’ il re della lavagnetta durante la ricreazione, Tic Tac Toe Blackboard è la tua manna dal cielo. Perfetto per tutti, dal novellino che non ha voglia di studiare a fondo le meccaniche, al veterano che ama sfidare amici e sconosciuti in partite rapide e intense. E poi diciamolo, ogni tanto tornare alle origini della competizione – quella tra due X e due O – è un po’ come un abbraccio nostalgico all’infanzia. Seriamente, chi l’ha testato? Un piccolo capolavoro minimalista che ti farà dire “Un’altra, dai!”.