Allora, sei finito in mezzo ai boschi con niente in mano se non una scalcagnata siekiera – sì, proprio quella che usi per tagliare la legna (o per sfogarti dopo una giornata no). Sopravvivere nei boschi ti butta direttamente nel cuore della natura selvaggia, dove l’unica cosa certa è che gli alberi non aspettano che tu li abbracci... anzi, ti conviene tagliarli e usarli per costruire il tuo rifugio. È come fare il fai-da-te, ma con più rischio di beccarti una zanzara gigante in faccia.
Il sistema di crafting qui è più essenziale di un caffè al mattino: prendi la tua ascia, fai un giro nel bosco e zac! Legno, rami, foglie e tutto il necessario per mettere su un tetto sopra la testa. Ho provato a capire il crafting e ho finito per costruire qualcosa che sembrava più una capanna per gatti randagi che un rifugio. Seriamente, chi l’ha testato? Ma è parte del divertimento, no?
Il gioco ti offre due modalità – giorno e notte – e credimi, la notte è tutta un’altra storia. Mentre di giorno è quasi zen: raccogli, costruisci, esplori, la notte invece ti ricorda che sei un po’ più un fast food per gli insetti che il re della foresta. Ti ritrovi a pregare che il tuo rifugio sia solido, perché al buio ogni fruscio sembra un mostro pronto a divorarti (o magari è solo il vento, ma chi può dirlo?). Il contrasto tra i due momenti è come passare da una passeggiata al parco a un concerto heavy metal senza preavviso.
La vera chicca? Il sistema di sopravvivenza che ti fa gestire risorse, fatica e sicurezza. Ogni azione ha il suo peso: tagliare troppa legna ti stanca, ignorare il freddo notturno ti fa tremare più di una partita di horror in VR. A volte sembra un equilibrio impossibile, tipo cercare di non far cadere un castello di carte mentre ti distraggono i social. Ma alla fine, quando il tuo rifugio regge e sopravvivi alla notte, ti senti un po’ un eroe – o almeno qualcuno che non è stato divorato da un orso... GG!