Ah, il buon vecchio Solitario classico originale, quel gioco di carte che ti fa sentire un po’ stratega, un po’ paziente zen e soprattutto un mago nell’arte di arrangiare mazzi di carte come se fossero pezzi di Tetris. Seriamente, chi l’avrebbe mai detto che spostare carte in ordine crescente e alternando i colori potesse diventare così coinvolgente? È come un puzzle che ti guarda con quegli occhi innocenti e poi ti punisce se fai la mossa sbagliata (ti sto guardando, quella carta bloccata da due turni).
Il sistema di gioco è semplicissimo, ma non sottovalutiamolo: ti ritrovi davanti a sette colonne di carte, ognuna un po’ più misteriosa dell’altra, e un mazzo da cui pescare quando sei a corto di idee (o di fortuna). La vera magia sta nel far scivolare le carte da una colonna all’altra, rispettando la regola d’oro: i colori devono alternarsi e i numeri scendere, tipo una danza perfetta tra rosso e nero. Ho provato a capire il crafting delle mosse e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma poi all’improvviso... beh, lascia stare, è stata una soddisfazione pazzesca quando ho finalmente liberato una colonna intera!
Il controllo con drag & drop è così naturale che ti sembra di giocare con le carte vere, solo senza il rischio di farle volare dal tavolo. E se sei di quelli che preferiscono il tocco, niente paura: funziona perfettamente anche con i gesti touch. Ti ritrovi a tirare fuori carte dal mazzo di riserva con quel mix di speranza e timore – un po’ come aprire una scatola di cereali e scoprire che dentro c’è il giocattolo che volevi (o solo un foglio di carta, ma non facciamo i pessimisti).
Il cuore del gioco è una danza maliziosa tra fortuna e cervello: ogni carta che scopri può essere sia un alleato che un nemico. Il trucco è non bloccare le mosse future, altrimenti sei fregato peggio di una partita a scacchi finita male. E sì, la pazienza è fondamentale, perché a volte ti sembra che il gioco ti stia prendendo in giro mentre aspetti la carta giusta da estrarre, quella che ti farà dire “GG” e addio a quella fastidiosa colonna. Ti ricordi la prima volta che hai completato tutto il mazzo? Quel momento di gloria? Ecco, Solitario classico originale ti regala proprio questo: una sfida mentale che sembra semplice, ma sa essere tanto soddisfacente quanto un caffè al mattino dopo una notte di binge watching.