Allora, immagina di dover salvare una sirena intrappolata nell'oceano. No, non è l’ennesima fiaba Disney, ma Pull Mermaid Out, un puzzle game online che ti fa sentire un po’ stratega e un po’ mago delle scienze fisiche. Qui la storia è semplice: c’è una sirena bloccata sotto una montagna di blocchi e tu devi tirarla fuori, ma attenzione, non è come spostare il divano per trovare il telecomando – qui ogni mossa conta, davvero.
Il cuore del gioco è tutto nel suo sistema di fisica basata sui puzzle. Ogni livello ti piazza davanti a un caos di blocchi colorati che devi sbloccare o spostare con un click e trascina, niente di complicato diresti, ma la sfida è capire quale pezzo muovere senza far crollare tutto il resto come un castello di carte bagnato (sì, la sirena rischia davvero di restare incastrata peggio di te nelle coperte al mattino). E poi, fidati, quando un blocco cade al posto giusto e la sirena si libera, è quasi come vincere una boss fight senza neanche sudare troppo.
La chicca? Il gioco aumenta di difficoltà con livelli che sembrano semplici puzzle a prima vista, ma ti ritrovi a dover pianificare mosse come se stessi giocando a scacchi subacquei. E se sei uno di quelli che ama fare speedrun, ti sfido a sbloccare la sirena in tempi record senza perdere la pazienza – io ho provato, e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef sotto pressione.
E non è solo questione di spostare blocchi, perché lungo il percorso potresti imbattersi in tesori nascosti e creature magiche che aggiungono quel tocco di mistero e “awww” che non guasta mai. Il tutto condito da una grafica vivace e un’atmosfera oceanica che ti fa quasi sentire la brezza marina, o forse è solo il ventilatore acceso mentre gioco in estate.
Insomma, se ti ricordi il brivido di risolvere un puzzle quando eri bambino (o quando hai provato a capire il crafting in un RPG e hai fallito miseramente), Pull Mermaid Out è il gioco che fa per te. È facile da prendere in mano, ma ti tiene incollato con quel mix di strategia e leggerezza che non guasta mai. Ah, e la sirena? Ti ringrazierà – o almeno lo spero, perché ormai la conosco meglio io che lei!