Ah, Jumping Horses Champions, il gioco che ti fa sentire un po’ come se stessi cavalcando un unicorno... ma con più stile e, soprattutto, meno pulci. Qui non si tratta solo di saltare ostacoli come se fossi a un party di parkour equino, ma di immergerti nel mondo (mica tanto tranquillo) del salto ostacoli. Prendi il controllo di un cavaliere digitale con l’ambizione di diventare il re o la regina della pista, e, credimi, non è solo una questione di fare “clicca e salta”.
La vera magia sta nel sistema di combattimento – ok, non si combatte con spade, ma con il tempismo perfetto per il salto. Devi dosare velocità e direzione come un DJ alle prime armi che cerca di mixare il pezzo perfetto: se ti fermi troppo o arrivi troppo carico, bam, penalità che ti fanno piangere più di un game over in Dark Souls. Ho provato a capire il timing dei salti e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef – ma con le zampe.
Poi c’è la parte strategica, che è tipo gestire un Tamagotchi ma versione cavallo da gara: devi tenere d’occhio la stamina e l’umore del tuo destriero, perché se lui è stanco o stressato, non volerà oltre quei muri come speravi. E sì, puoi coccolarlo, allenarlo e migliorare le sue abilità, tutto condito da un sistema di gestione roba da far impallidire i manager sportivi più tosti. Anzi, ti ricordi quando da piccolo cercavi di convincere il tuo cane a fare qualcosa? Qui è la stessa roba, ma con un mostro sacro dell’equitazione.
Il viaggio in Jumping Horses Champions si snoda tra competizioni locali che sembrano un torneo di scacchi e gare internazionali dove la tensione è più alta della tua bolletta internet. E la cosa bella? I comandi sono così intuitivi che puoi usare tastiera o gamepad senza dover consultare il manuale di 300 pagine. Perfetto per chi, come me, pensa che imparare un gioco sia già una sfida olimpica.
Insomma, se ti piace l’idea di governare un destriero virtuale e diventare il boss del salto ostacoli, questo titolo ti regala un mix di precisione, strategia e un pizzico di follia equina. Chi l’avrebbe mai detto che cavalcare sui pixel potesse essere così avvincente? GG, cavalli, GG.