Allora, parliamo un po’ di Donkey Kong, quel classico platform che è praticamente il nonno di tutti i giochi a piattaforme. Se non l’hai mai provato, ti stai perdendo una roba che ha fatto la storia — e non sto esagerando, eh. Qui la trama è semplice ma d’effetto: il gorilla gigante Donkey Kong si fa furbo e rapisce la povera Pauline, diciamo la “damsel in distress” per eccellenza, e tocca a Mario, quel carpentiere tutto pepe, correre in suo soccorso. Sì, proprio lui, il futuro idraulico re dei videogames, prima che diventasse famoso per i tubi.
Il gameplay è una festa di piattaforme, scale e bastoni storti: devi guidare Mario su e giù tra traversine e tralicci, schivando a più non posso le botti rotolanti che DK ti lancia senza pietà. Ti dirò, la prima volta che ho provato a saltare una di quelle botti mi è venuto un brivido freddo... tipo “questa roba è più pericolosa di un sabato sera a Roma!” Per fortuna i controlli sono super semplici - joystick e un bottone per saltare - ma credimi, quando il ritmo si fa serrato, la faccenda diventa tutt’altro che banale. Il tempismo qui fa la differenza tra il salvataggio epico e il game over lampo.
Ogni livello alza l’asticella: più sali, più diventa frenetico e frustrante (ma in senso buono, quel mix di sfida che ti fa dire “ancora un tentativo e poi smetto”… che poi non avviene mai). La cosa bella è la combinazione di strategia e riflessi: devi imparare a leggere la traiettoria delle botti e a scegliere il momento giusto per spostarti o salire le scale. Sinceramente, mi ha fatto salire l’ansia – ma pure la soddisfazione, quando finalmente raggiungevo Pauline e sentivo di aver vinto una piccola battaglia contro il caos.
Non voglio fare il vecchio nostalgico ma, in generale, Donkey Kong è uno di quei giochi che ti ricorda perché amiamo i videogiochi: sfida, divertimento e una storia semplice ma carica di personalità. È un rito di passaggio per ogni gamer che si rispetti — dal principiante che cerca cose immediate ai più veterani che vogliono mettersi alla prova. Ho iniziato pensando fosse roba da “vecchia scuola”, ma ora penso che sia invece un pezzo da novanta imperdibile, come quei meme che non passano mai di moda o le serie che tutti continuano a guardare anche dopo anni.
Diciamolo: se ti piacciono le sfide con quel pizzico di nostalgia e quel gusto un po’ retrò senza tempo, “salire le scale con Mario mentre Donkey Kong ti fa la guerra” è un’avventura che ti fa battere il cuore, più di tante produzioni mega-pompate odierne. Insomma, un vero cult che non tramonta mai, come una buona pizza margherita... semplice e perfetta. Capito, vero?