Ok, preparati a immergerti – ma senza muta da sub, promesso! Deep Sea Trijong ti catapulta nelle profondità oceaniche, dove il tuo compito non è pescare pesci o evitare meduse, ma risolvere rompicapi a base di tessere. Sì, hai capito bene: qui il protagonista sei tu, un sub esperto con un occhio da falco per incastrare tre tasselli uguali che si trovano – attenzione – in linea retta o piegati tipo origami sottomarino. Roba che manco un cubo di Rubik in modalità marina.
Ora, non è il solito match-3 da bar, eh! Il cuore pulsante del gioco è un sistema di combinazione a tre dimensioni, quindi ti ritroverai a ruotare e smanettare con i tasselli come se fossi a un puzzle di livello esperto da salotto. E fidati, non è sempre una passeggiata: più combo riesci a creare, più punti fai. E più punti hai, più ti avvicini a scoprire quei misteriosi artefatti che nascosti fra le rovine sottomarine fanno tanto Indiana Jones... versione bagnata.
Il bello? Ogni livello è un nuovo livello di oh-oh, questa è tosta, con tipi di tessere che si complicano la vita tipo quei boss che spuntano quando meno te lo aspetti. E proprio come quando cerchi di capire dove hai lasciato le chiavi di casa, anche qui ogni mossa conta: se sbagli la posizione, addio combo, addio gloria. Ho provato a capire il crafting dei percorsi e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma hey, fa parte del divertimento.
Per non parlare della grafica: un 3D che ti fa sentire davvero a fondo oceano, con rovine antiche e creature marine che sembrano uscire da un documentario di National Geographic. Il tutto condito da un interfaccia super intuitiva, che anche se non sei esattamente un mago del joystick ti fa sentire subito a casa, tipo ma che cavolo, era così semplice?.
Insomma, se ti piace l’idea di un puzzle game che ti fa sudare il cervello mentre esplori abissi misteriosi, Deep Sea Trijong è il titolo per te. Chi l’avrebbe mai detto che combinare tessere potesse diventare un’avventura subacquea così epica? Ora, vai, tuffati e prova a diventare il re dei fondali. E se perdi, dai la colpa ai polpi, non a me!