City Blocks è quel gioco che ti prende e non ti lascia più, tipo quel caffè doppio che ti carica ma ti fa pure tremare le mani. Qui la parola d’ordine è “doppiaggio 3”, ma non quello alla radio, bensì un puzzle dove devi incastrare blocchi come se fossi un architetto con la fissa delle colonne. Il trucco? Posizionare strategicamente nuovi edifici per farli combinare in gruppi da tre (o più, perché chi si accontenta gode poco) e trasformarli in strutture più grandi e più fichissime. Perché lo scopo finale è semplice: costruire la città più bella, più grande e più... OK, la parola è: gigantesca, prima che lo spazio finisca e ti ritrovi a fissare un tabellone pieno come una metropolitana all’ora di punta.
Ora, se pensi che sia solo un puzzle, aspetta di vedere il sistema di potenziamento: gli edifici non sono solo lì a fare bella figura, puoi davvero allearli e migliorarli per ottenere bonus che ti danno quel vantaggio strategico da far invidia a un generalissimo. È un po’ come fare il caffè al bar: metti la giusta dose, premi il pulsante giusto e voilà, esplosione di gusto (o in questo caso, di punti). Ho provato a capire il crafting degli upgrade e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma una volta capita la logica, è veramente GG.
E poi c’è la gestione dello spazio, che è il vero campo di battaglia. Immagina una scatola di cioccolatini: ci provi a mettere tutti i pezzi senza schiacciare quelli più fragili, ma ogni nuovo blocco è una sfida. La strategia nel posizionare ogni blocco è fondamentale perché un passo falso e addio combo lunghe. Ti ricordi la frustrazione della prima volta che hai cercato di montare un mobile IKEA senza istruzioni? Ecco, City Blocks è un po’ quella sensazione, ma con un sacco di soddisfazioni quando tutti i pezzi si incastrano al posto giusto.
Insomma, se ti piacciono i puzzle con un tocco di “Devo pensare ma anche divertirmi”, City Blocks è la tua nuova droga. Perfetto per chi ama quei momenti in cui “solo una partita” si trasforma in un’ora di concentrazione e strategia senza neanche accorgersene. E poi, diciamolo, chi non vorrebbe costruire una città da zero senza doversi preoccupare del traffico o delle tasse? Qui il problema è solo: quanto spazio ti resta per il prossimo blocco? Spoiler: mai abbastanza.