Ah, Stickman Fighter 3D Fists of Rage: il gioco picchia duro senza farti perdere troppo tempo a capire mille combo impossibili. Qui il protagonista è un omino stilizzato (sì, il classico stickman, perché a volte la semplicità è OP) che deve farsi strada a suon di pugni e calci in un mondo animato dove la legge del più forte è l’unico regolamento. Semplice, diretto e con quel tocco old school che ti fa pensare “ma è proprio come i bei tempi della sala giochi, ma senza dover cercare monetine sotto il divano.”
La vera star del gioco è il suo sistema di combattimento, che non ti lascia mai solo a provare a capire il joystick virtuale. Ti muovi con fluidità e, grazie ai comandi intuitivi, impari presto a schivare (non sempre, ma ci provi), bloccare e contrattaccare come se fossi un vero maestro del pugilato… o almeno un fan dei film di arti marziali anni ’80. Poi ci sono le combo, quelle serie di attacchi che ti fanno sentire un ninja, e le mosse speciali che quando le lanci ti viene quasi voglia di fare il replay per ammirare l’effetto devastante (spoiler: i boss non sono felici).
Ora, non pensare che sia solo botte da orbi: c’è pure un pizzico di strategia. Ogni nemico ha il suo stile, e imparare a riconoscerlo è come capire se quel tizio al bar è amico o no (suggerimento: non è mai amico). E poi arriva il boss di turno, che è quel momento in cui ti chiedi se la tua tastiera/joystick/schermo ce la faranno a reggere la tua frustrazione. Qualcuno ha detto “GG, ma anche no”?
Oltre a pestare come se non ci fosse un domani, puoi sbloccare nuovi stickman, ognuno con abilità e caratteristiche che ti fanno pensare “ok, questo sì che è un buff!”. Così, mentre provi a scalare la classifica e a fare high score, sei incentivato a tornare per affinare le tue skill e provare nuovi stili di lotta, perché la noia in Fists of Rage è un nemico che non esiste (almeno finché non perdi il livello cinque volte di fila, ma lasciamo perdere).
Insomma, se ti piace menare le mani senza troppi giri di parole, con un gameplay che è un mix perfetto tra arcade vecchia scuola e accessibilità moderna, questo gioco ti farà compagnia per un bel po’. E se ti serve un motivo per iniziare: è praticamente come fare una partita a un picchiaduro in pausa pranzo, senza dover lasciare la scrivania (e senza che il capo ti becca). Che si può volere di più?