Allora, mettiti comodo perché Shadow Fights non è il solito picchiaduro da quattro botte e via. No, qui siamo nel regno delle ombre, dove giochi nei panni di un guerriero solitario, semplicemente chiamato Shadow (perché originalità è sopravvalutata, no?). Il tuo obiettivo? Recuperare i tuoi poteri rubati e mettere KO un'accozzaglia di demoni e avversari che sembrano usciti direttamente da un manuale di arti marziali estreme. Seriamente, ogni nemico ti costringe a cambiare strategia come se stessi decidendo cosa mangiare a cena, e credimi, non è mai la stessa cosa.
La meccanica di combattimento è un mix di swipe e tap che ti fa sentire quasi un ninja del touchscreen. Non è il solito premi quattro tasti e spera, ma un sistema fluido che ti permette di concatenare combo e schivare all’ultimo millisecondo come se la tua tastiera dipendesse da quello (spoiler: dipende). Ho provato a capire il crafting delle armi e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef, ma potenziare spade e armature è fondamentale per non trasformarti in un punching bag ambulante.
Ah, e poi c’è la progressione del personaggio: accumuli XP come se fossi un raccoglitore seriale di caramelle (ma più violente), sali di livello, sblocchi nuove mosse e tecniche di arti marziali che ti permettono di personalizzare il tuo stile di combattimento. Vuoi essere il tipo tutto forza bruta? Ok, buffa pure quelle abilità. Preferisci un approccio più stealth o magia? Anche lì, c'è un bel po’ da smanettare.
Il gioco ti sfida a pensare e a cambiare tattica in continuazione, perché ogni boss è un mini enigma che ti fa sudare più di una corsa al supermercato in saldo. E tu, che sei lì a cercare di capire se è meglio bloccare o contrattaccare, ti senti un po’ protagonista di un action movie low-budget, con la differenza che almeno qui puoi fare respawn (meno dramma, più GG). Insomma, Shadow Fights è quel mix perfetto di azione, strategia e un pizzico di frustrazione amichevole che ti fa tornare a giocare anche quando vorresti solo lanciare il telefono dalla finestra. Chi l’avrebbe mai detto che combattere nell’ombra potesse essere così... illuminante?