Ok, partiamo subito: se pensavi che Geometry Dash fosse già difficile, allora Bloodbath è quel livello che ti fa rimpiangere di non aver scelto la vita del giardiniere anziché quella del cubetto saltellante. Qui il gioco è tutto un ritmo serrato e una sfida che ti fa sudare più di una partita a calcetto sotto il sole di agosto.
Il cuore pulsante di Bloodbath? Un sistema di controllo minimalista che fa sembrare facile solo il fatto di premere un tasto (o toccare lo schermo). Ma non farti ingannare: il tempismo è tutto, e saltare nel momento sbagliato significa un disastro degno di una comedy di slapstick. Sì, il tuo cubetto deve evitare spuntoni, voragini e trappole varie, tutto in perfetta sincronia con una colonna sonora che ti fa quasi venire voglia di ballare… peccato che tu stia cercando disperatamente di non morire per l’ennesima volta.
Parliamo di meccaniche da vero boss: tra switch di gravità che ti ribaltano la testa (letteralmente), piattaforme mobili che sembrano fatte apposta per farti cadere e portali che ti spostano in dimensioni assurde, ogni livello è un puzzle di riflessi e strategia. È come se i creatori avessero pensato: Mettiamo tutto ciò che può farti saltare dalla sedia, e magari pure dal divano.
Ah, e non aspettarti una storia epica: questa roba qui è pura adrenalina, niente fiabe o drammi—solo te e il tuo cubo che cercano di sopravvivere a un inferno geometrico. Ti ricordi quella sensazione quando perdi per l’ennesima volta e pensi “Ok, basta, domani inizio a fare yoga”? E poi all’improvviso... beh, lascia stare, torni subito a riprovare.
Per chi ama il brivido, Bloodbath è il livello che ti farà bestemmiare (metaforicamente, prometto), ma anche quello che ti regalerà la soddisfazione più grande quando finalmente, dopo mille tentativi, riesci a schivare ogni ostacolo al millisecondo giusto. Insomma, è il vero test per chi si sente un gamer da GG e non ha paura di un po’ di sana frustrazione da “nerf” al proprio ego.