Ah, Angry Birds Space, la saga dei pennuti inferociti che hanno deciso di staccarsi dal loro tranquillo stagno per finire... nello spazio! Sì, perché qui non si tratta più di tirare uccellini contro maialini verdi in giardino, ma di lanciare le tue armi piumate attraverso galassie, pianeti e buchi neri con la precisione di uno scienziato pazzo, o quasi.
Il cuore del gioco rimane quello classico: con un slingshot devi sbattere le teste (anzi, i beccucci) contro delle fortificazioni di maiali dispettosi. Solo che stavolta, le strutture non sono più solo costruzioni di legno o vetro, ma complessi spaziali che ti fanno sudare sette camicie... perché sono piene di curve gravitazionali degne di un thriller interstellare. E qui arriva la chicca: ogni pianeta ha la sua gravità, che piega la traiettoria del tuo uccellino come se stessi giocando a flipper galattico. Prova a calcolare l’angolo giusto, e sì, ti sentirai quasi un astronauta. Sbaglia e... beh, il tuo uccellino finirà per perdersi nello spazio, tipo quando cerchi di trovare le chiavi in tasca ma non sono mai lì.
La magia sta proprio nelle meccaniche di volo. Lanci il pennuto, e mentre volteggia tra pianeti e buchi neri, puoi attivare la sua abilità speciale in mid-air: esplosioni, spintoni energetici e altre sorprese. Sono come quei potenziamenti che ti fanno dire GG, finalmente qualcosa di OP! – almeno fino a quando non nerfano tutto nella prossima patch, ovviamente. Ho provato a capire il crafting (spoiler: non ce n’è), ma la strategia sta tutta nel timing e nella precisione. Tipo tiro con l’arco ma con piume e rabbia.
In più, il gioco ti mette sotto pressione con ambientazioni spaziali originali – dai pianeti ghiacciati ai buchi neri che ti risucchiano come il divano fa con il telecomando. Ogni livello è una sfida mentale e un’occasione per farti sentire un piccolo genio del cosmo. Ti ricordi la prima volta che hai affrontato un buco nero? Io sì, la mia tastiera è quasi volata dalla finestra per il nervoso.
Angry Birds Space è un mix perfetto di strategia old-school, fisica spaziale e quella dose di umorismo demenziale che rende impossibile smettere di giocare. Insomma, se pensavi che lanciarsi uccellini fosse roba da bambini, qui lo fai con stile interplanetario, e ti assicuro che è tutto tranne che noioso. Ora, se mi scusi, ho un maiale verde da mandare in orbita.