Oh, Uphill Rush 7: Waterpark è quel tipo di gioco che ti fa sentire come se fossi finito dentro a uno scivolo d’acqua gigante, ma senza il fastidio del costume bagnato e del sole che ti acceca. Qui la parola d’ordine è velocità, ma non quella da “premi avanti e spera di non schiantarti”: no, qui devi destreggiarti tra ostacoli folli, salti da paura e, ovviamente, stunt da paura per far salire il punteggio (perché un semplice scivolo liscio è noioso, giusto?).
Il gioco ti mette nei panni di un personaggio personalizzabile, pronto a lanciarsi a capofitto su una serie di scivoli a tema che sembrano usciti da un parco acquatico uscito da un sogno – o da un incubo, dipende da quanto sei bravo a schivare le trappole. Diciamo che correre e saltare è facile, ma fare i trick giusti al momento giusto? Quello è un altro discorso. Ho provato a capire il sistema di combo e alla fine ero più uno chef pasticcione che un pro dello stunt. Scherzi a parte, padroneggiare il sistema di controllo con le frecce o WASD per muoverti e saltare all’aria è la vera chiave per conquistare quelle medaglie d’oro (o perlomeno non finire ultimo).
Qua non si tratta solo di arrivare primo (anche se togliersi la soddisfazione di schivare il tipo davanti che si lancia come un missile è impagabile). Devi anche raccogliere monete e stelle sparpagliate lungo il percorso: pensa a una specie di caccia al tesoro su uno scivolo pieno di curve e ostacoli, roba da far girare la testa pure a un gatto. E se ti stai chiedendo se puoi scegliere il mezzo con cui affrontare la sfida, la risposta è sì, e ogni veicolo ha il suo piccolo tocco speciale – una vera chicca per chi ama giocare smart e trovare il setup perfetto.
E poi c’è quel tocco arcade che ti fa tornare bambino, con livelli sempre più spinti nel caos e nella follia. Il mix di velocità, acrobazie e gestione degli ostacoli rende il gioco una sorta di cocktail esplosivo tra adrenalina e divertimento, condito da una grafica coloratissima e una colonna sonora che ti fa venire voglia di ballare (anche se sei fermo sulla sedia). Seriamente, chi l’ha testato? Perché io ho dovuto mettere in pausa più volte per riprendere fiato.