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Sort Games Challenge

5/5(voti: 1)📅2024 Feb 03
Sort Games Challenge

Se ti sei sempre chiesto cosa succede quando metti insieme un puzzle, un gioco di carte e una gara di velocità in un frullatore digitale, Sort Games Challenge ti dà la risposta—spoiler: non è esattamente una bevanda rinfrescante, ma è sicuramente una bomba di divertimento! Qui il fulcro è il sistema di ordinamento e classificazione, roba da far impallidire ogni fan del minimalismo organizzato su Pinterest.

In pratica, ti ritrovi a dover mettere in fila interi mazzi di carte, blocchi colorati o oggetti vari, ma non come in quei noiosi giochi metti qui, metti là che ti fanno venire voglia di sbadigliare. No no, nel cuore di Sort Games Challenge c’è un meccanismo di sfida tempo-reazione che fa schizzare l’adrenalina alle stelle, e ti trasforma da semplice giocatore a guru del riordino sotto pressione. Ho provato a capire il crafting (sì, c’è pure quello!), e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef con ingredienti che nemmeno sapevo esistessero.

Il bello? Ogni livello ha un parco di regole e variazioni che ti fa sentire come se stessi giocando a Tetris mentre risolvi un cubo di Rubik bendato. Devi pensare, agire e ordinare al volo, perché il tempo scorre e il tuo punteggio dipende da quanto sei preciso e rapido. Ti ricordi quella sensazione quando cerchi il telecomando sotto i cuscini del divano? Ecco, qui è la stessa cosa, ma con il rischio che il divano esploda dalla frustrazione. E poi all’improvviso... beh, lascia stare, succedono cose che ti fanno urlare GG easy! o nerf immediato!—a seconda del mood.

E dulcis in fundo, non manca un albero delle abilità che ti permette di sbloccare power-up e buff più strani del coltello svizzero di un MacGyver digitale. Ti dà quel senso di progressione che ti fa sentire meno un disordinato cronico e più un campione del sorting. Prima volta che ho affrontato la modalità Tempesta di Oggetti? Diciamo solo che la mia tastiera è quasi volata dalla finestra quando ho capito che dovevo ordinare tutto in meno di 30 secondi. Seriamente, chi l’ha testato?