Allora, ti butti in Maze of Infection sperando in una passeggiata nel parco e ti ritrovi invece a fare il gioco del gatto e del topo con dei cittadini trasformati in zombie, ma con un twist da escape room degno di Sherlock Holmes in un incubo. Qui non si tratta solo di scansare mostri, no no: il vero boss è il labirinto stesso, un groviglio di strade e segreti che ti fa rimpiangere quel volta che hai perso le chiavi di casa.
Il sistema di movimento è semplice come bere un bicchier d’acqua, con WASD che ti porta in giro e il mouse che ti fa girare la testa (letteralmente). Ma aspetta, c’è la chicca: puoi scegliere tra stealth o sprint sfrenato, perché a volte correre come un fulmine è l’unico modo per salvarti la pellaccia. Già solo questo mix ti fa sentire un po’ un ninja disperato, mentre cerchi di non finire in pasto agli infetti – che, tra l’altro, non sono proprio i classici zombie da baraccone, ma versioni super creepy di ex-vicini di casa, roba che ti fa dire ma perché non ho passato più tempo con loro quando erano normali?
La vera magia sta nel crafting delle risorse e nella gestione dell’inventario, roba che ti fa sentire un po’ come se stessi facendo la spesa per una cena di sopravvivenza con metà del supermercato chiuso. Devi scegliere con cura cosa portarti dietro, tra cibo, medicine e oggetti vari, perché la tua schiena non è un camion da traslochi. E poi ci sono i puzzle, disseminati come le sorprese in una scatola di cereali: chiavi da trovare, enigmi da risolvere – insomma, un buon motivo per non limitarti a fuggire a gambe levate, ma anche per far lavorare quei neuroni un po’ arrugginiti.
Oh, e la parte audio? Un capolavoro di tensione: luci che tremolano, rumori inquietanti, e quell’atmosfera claustrofobica che ti fa saltare sulla sedia anche se sai che il mostro è dietro l’angolo (e lo sai bene, perché sei tu che hai lasciato la porta aperta…). E poi c’è il sistema di stamina, che ti fa capire che non sei un supereroe Marvel, anzi, più che sopravvivenza sembra un corso accelerato di come non farsi trovare morti e disfatti.
In conclusione? Maze of Infection non è solo un survival horror: è quel mix perfetto tra agitazione da corridoio buio e sfida da cervellone, tutto condito da una storia che si svela a spizzichi e bocconi, come quei messaggi segreti che ti fanno dire Ok, chi ha scritto questo diario? Un poeta maledetto o solo un tipo con troppa fantasia?. GG, sopravvissuto. Sei pronto a perderti... e magari pure a ritrovarti?