Se pensavi che il Mahjong fosse roba da zia e pomeriggi di pioggia, preparati a immergerti in un’acquario di tessere che ti farà dimenticare il concetto di relax forzato. Mahjong Connect Fish World è quel gioco che prova a convincerti che l’oceano è un posto meraviglioso dove niente ti stressa... finché non ti ritrovi a far combaciare tessere più velocemente di un calamaro in fuga. E fidati, non è così semplice come guardarlo dalla riva.
Il cuore pulsante del gioco? Ovviamente, il meccanismo di connessione delle tessere. Devi collegare due pezzi identici, ma con una regola sneaky: la linea che li unisce può fare solo fino a due angoli retti — praticamente come costruire una pista da bowling per pesci sommersa, sempre cambiando direzione, ma senza esagerare. Se pensi ‘mah, semplice’, beh, prova tu a farlo mentre sotto di te scorrazzano pesci tropicali e coralli colorati che ti distraggono come notifiche di WhatsApp. Ah, e spoiler: la concentrazione va alla grande, ma la calma, quella qua la perdi quasi subito.
E poi c’è la modalità di interazione, che è un’altra chicca: puoi usare il mouse o toccare lo schermo, come se stessi accarezzando un pesce pappagallo digitale (tranquillo, nessun animale è stato maltrattato, solo un po’ di stress da tessere). Ogni livello ti trasporta in un ambiente marino diverso, con creature che si sbloccano man mano, tipo collezionisti di Pokémon, ma sotto acqua. È come un viaggio tra barriera corallina e scogli segreti, solo che al posto di nuotare devi lavorare col cervello e prontezza del dito, perché il timer è reale, e non ti aspetta nessuno – GG easy? Forse, ma solo se sei un mago della combo.
E poi diciamocelo: chi non ama un po’ di relax ludico senza dover stare a fare calcoli assurdi? Ma ricordati che, come ogni passatempo apparentemente tranquillo, anche questo nasconde la sua piccola dose di stress. La prima volta che ho provato a collegare le tessere in modo veloce, mi sentivo come se stessi pescando qualcosa nel buio, ed è stato un disastro degno dei peggiori tentativi culinari – roba che neanche MasterChef avrebbe approvato.