Allora, AFK Heroes è quel gioco che ti fa sentire un vero mago del caos senza farti alzare dalla sedia. Sei un potente evocatore, chiamato a mettere insieme una squadra di eroi – ognuno con le proprie skill da far invidia a un ninja esperto di parkour – per salvare un regno fantasy dall’oscurità. Non devi mica premere 200 tasti al secondo: qui la parola d’ordine è idle RPG, cioè “gioco dove puoi anche stare zitto e far salire di livello i tuoi eroi mentre prendi un caffè”. Tipo multitasking, ma con più draghi.
Il cuore pulsante di AFK Heroes è sicuramente il suo sistema di collezione eroi: evoca, potenzia, e mixa un team fatto su misura per spaccare in battaglia. Ogni eroe appartiene a una fazione con abilità uniche, e trovare la combo giusta è come fare il panino perfetto – sembra facile, ma se sbagli un ingrediente tutto va a rotoli. Poi c’è il potenziamento dell’equipaggiamento e delle skill, perché anche gli eroi più tosti hanno bisogno del loro upgrade – senza contare che fare grinding qui è meno noioso che cercare il telecomando sotto il divano (e credimi, ho provato).
E se pensi che il gioco ti abbandoni quando spegni, ti sbagli di grosso: grazie al suo sistema idle, continui a fare progressi pure mentre dormi o scrolli Instagram. Fantastico, no? E poi c’è la componente strategica mica da ridere: scegliere la formazione giusta per affrontare boss tosti o per farsi valere nelle modalità PvP richiede un po’ di cervello, non è solo premere “auto” e sperare nella fortuna. La prima boss fight? Ho rischiato di buttare la tastiera dalla finestra perché schivare quei colpi richiede un tempismo da campione di ninja, ma hey, GG a me!
In più, AFK Heroes ti tiene incollato con eventi giornalieri e sfide varie – il classico “torna ogni giorno o perdi il treno” che, ammettiamolo, funziona sempre. Se ti piace l’idea di un RPG leggero ma con quel pizzico di “strategietta” e collezionismo alla Pokémon, questo titolo è come una bella tazza di tè caldo in una giornata fredda: rilassante ma con quel tocco che ti tiene sveglio. Seriamente, chi l’avrebbe detto che fare niente potesse essere così divertente? E poi all’improvviso... beh, lascia stare.