Ah, Roman Mahjong, il gioco che ti porta dritto dritto nell’antica Roma senza neanche dover prendere un aereo o imparare il latino (che poi, diciamocelo, chi l'ha studiato davvero?). Qui il classico Mahjong solitaire si veste da toga, con tiles che sfoggiano allori, gladiatori e anfore come se fosse una sfilata di moda imperiale. Ma tranquillo, non serve essere Cesare per capire le regole: il cuore del gioco è quello di sempre, abbinare le tessere libere e fare piazza pulita del tabellone. Facile a dirsi, ma quando il layout si fa un po’ più farraginoso, ti ritrovi a sbatterti il capo come un senatore contro il Senato.
Il trucco è proprio qui: devi pianificare con cura le mosse, perché ogni carta ha la sua piccola regola non scritta. Una tessera è “free” solo quando non è coperta da nessun’altra e ha almeno un lato libero. Roba da far impallidire anche il più calcolatore dei generali romani! E come se non bastasse, man mano che avanzi, spuntano fuori tiles speciali con proprietà un po’… misteriose, più imprevedibili di un oracolo di Delfi in crisi d’identità.
Controlli? A prova di nonna: clicca o tap, scegli la tua coppia e via, con un tutorial iniziale che ti fa sentire subito un novello Marco Aurelio del Mahjong. La varietà di schemi e difficoltà è la vera chicca per chi ama sia rilassarsi con una partita per staccare la spina, sia per chi invece vuole mettere alla prova le proprie sinapsi tra sfide a tempo e achievement da sbloccare. Ti ricordi la frustrazione di quando perdi l’ultima tessera e il gioco ti lascia solo con un “Game Over” più freddo del Colosseo d’inverno? Ecco, qui puoi guadagnarti stelle e persino suggerimenti, tipo avere un centurione che ti sussurra la mossa giusta all’orecchio.
In sostanza, Roman Mahjong è quella pausa zen in mezzo al caos, con un pizzico di storia e un tocco di strategia che ti fanno sentire un po' esploratore di stanze segrete romane (senza dover indossare il casco). Se ti piacciono le sfide con il cervello e ti va di farlo con un sottofondo visivo degno di un affresco pompeiano, questo gioco è un must. Oh, e giusto per dire: ho provato a capire il crafting e ho finito per fare un pasticcio degno di MasterChef... ma quella è un’altra storia.