Allora, immagina un platformer che ti prende per mano e ti trascina in un mondo oscuro e pieno di insidie – ecco, questo è Reap. Nel ruolo di un eroe un po’ sfigato ma determinato, ti ritroverai a saltare, correre e schivare ogni sorta di trappola e nemico che sembra avere una laurea in “come rovinarti la giornata”. Seriamente, ogni livello è un vero e proprio percorso ad ostacoli che fa sembrare il traffico di Roma un picnic domenicale.
La vera chicca? Il sistema di combattimento che ti mette alla prova con riflessi da ninja e la capacità di non farti schiacciare da un blocco di pietra che cade dal cielo (no, non sto esagerando). È un mix di azione frenetica e precisione millimetrica, tipo giocare a freccette con la mano tremante dopo tre espresso troppo forti. Ti ritroverai a usare combo e schivate come un ballerino di breakdance impazzito, cercando di non diventare il pranzo di qualche mostro oscuro che sembra uscito da un sogno agitato.
Ma non finisce qui! Il sistema di progressione
Ti ricordi la prima boss fight? Diciamo solo che la mia tastiera stava per volare dalla finestra quando ho realizzato che schivare all’ultimo millisecondo è la chiave per non ritrovarsi in un rewind alla “game over” più triste di sempre. Reap non ti lascia respirare, ma in senso buono, tipo quando bevi una bibita gassata e ti senti vivo all’istante.
Insomma, se sei pronto a immergerti in un’avventura che mescola azione, enigmi e una buona dose di “ma come diavolo faccio a passare questo livello?”, Reap è la scelta giusta. Preparati a diventare il protagonista che il mondo oscuro aspettava (o quello che ci prova almeno). GG e buon salto!