Ok, mettiti comodo che ti racconto di Mini Bolle, quel piccolo gioiellino indie che sembra uscito direttamente da una cartuccia vintage anni ’80, ma con la freschezza di un gelato alla menta in una giornata calda. Qui la parola d’ordine è “saltare”, ma non il classico salto stile platformer qualsiasi. No, no, devi farti strada a suon di prendere la mira e scoppiare bolle che ti lanciano verso l’alto come se fossero trampolini di gomma fatti di sapone. Sembra semplice? Aspetta che ti spiego…
Il cuore pulsante di Mini Bolle è il suo sistema di salto-bolla. Immagina di dover centrare la bolla giusta per spingerti più in alto: sbagli mira, e finisci per fare un salto da principiante che manco il tuo gatto quando tenta di saltare sul tavolo. Ho passato più tempo a capire quanto “tirare” la bolla che a fare il caffè stamattina. Ma ehi, niente frustrazioni perché la difficoltà è modulabile e si adatta a chi vuole rilassarsi o a chi, come me, si sente un po’ masochista e vuole provare a fare il salto perfetto senza finire nel vuoto (spoiler: quasi mai successo).
La grafica? Retrò con un tocco di pixel art che ti fa pensare “ma sembra proprio un gioco del NES, ma senza dover pulire il connettore della console con lo sputo”. E poi, la colonna sonora ha quel vibe chill che ti accompagna mentre salti da una bolla all’altra, quasi come se fossi in una playlist Spotify dedicata a momenti zen e videogame.
E vuoi sapere la parte che mi ha fatto ridere? La sensazione di dover bilanciare “precisione” e “velocità”, come quando cerchi di non far cadere la torta che stai portando in tavola, ma con bolle al posto della torta. Prima volta che ho raggiunto l’obiettivo finale? GG, ma la tastiera era vicina a volare dalla finestra quando ho capito che dovevo fare tutto al millisecondo. Seriamente, chi l’ha testato? Comunque, Mini Bolle è quel tipo di gioco che ti prende per mano, ti fa sentire un po’ nostalgico ma senza stressarti troppo. Perfetto per una pausa gaming che ti fa tornare bambino senza la fatica di rifare i compiti.