Halloween Link ti catapulta in una notte di festa decisamente… spettrale, ma non aspettarti urla da film horror, qui si gioca con la testa (e un po’ di sana ansia da timer). Il cuore pulsante del gioco? Un sistema di matching che ti fa collegare piastrelle con immagini da paura – zucche sorridenti, fantasmini birichini e streghe pronte a lanciare incantesimi. L’obiettivo? Semplice e geniale: linkare due tessere identiche senza che la linea attraversi altre piastrelle. Facile a dirsi, meno a farsi, soprattutto quando il tempo stringe e le opzioni sembrano evaporare come dolcetti al passaggio dei bambini.
La prima volta che ho provato a tracciare il collegamento, ho pensato “Ok, gioco da nonne”… poi all’improvviso il tabellone si è trasformato in un rompicapo degno di un enigmista e io che pensavo di essere un esperto di puzzle! Il meccanismo di connessione è semplice da imparare: clicchi o tocchi la piastrella, trascini verso quella gemella e BAM, spariscono come per magia, regalando un senso di soddisfazione quasi nerd. Ma attenzione, non è solo questione di rapidità – devi pianificare mosse e anticipare incastri, altrimenti rischi il game over con una faccia da gatto bagnato.
E poi c’è il tocco da vero gamer: i power-up. Quando il gioco si fa tosto, puoi usare qualche asso nella manica, tipo rimescolare il tabellone o scoprire tessere nascoste (che sembrano i messaggi segreti di un fantasma burlone). Strategia e tempismo diventano così i tuoi migliori amici, perché non si tratta solo di schiacciare a caso, ma di pensare come un piccolo stregone del puzzle.
Il bello di Halloween Link è che non ti prende troppo sul serio, ma ti sfida abbastanza da tenerti incollato allo schermo. Il mix di meccaniche di gioco intuitive e quella pressione da timer che ti fa sentire un eroe dell’ultimo secondo, rende questa caccia alle coppie di tile un passatempo perfetto per ogni livello di esperienza. E tra un salto di gioia e un “GG” sussurrato, alla fine ti ritrovi a voler completare solo un’altra manche… e poi un’altra… e forse anche un’altra ancora.